domenica 3 ottobre 2010

Di cosa si tratta

"Hikikomori" è un termine utilizzato per designare una particolare piaga sociale marcatamente giapponese, che vede oltre un milione di adolescenti e giovani adulti (14-30 anni) autorecludersi nella propria stanza per periodi di tempo molto lunghi, mostrando segni di letargia ed incomunicabilità con l'esterno, come sostiene Saito Tamaki, psichiatra nipponico che per primo utilizzò tale termine.
Il fenomeno viene studiato da differenti punti di vista. In particolare ci si approccia ad Hikikomori dall'angolazione sociologica e da quella psicopatologica.
Secondo la visione sociologica, l'Hikikomori si configura come una sindrome da adattamento (e non come una malattia) ad un sistema nomico che esalta l'omologazione, il perfezionismo e la cultura della performance, prediligendo la collettività all'individualismo ed al pensiero critico. L'influenza della dottrina confuciana inoltre, contribuisce ad esaltare questa visione dell'uomo e del suo agire che appare ontologicamente ed imprescindibilmente connesso ad una visione interattiva e socializzata, al punto che l‟essere individuo è sublimato nell‟essere parte di un tutto, che sia famiglia o società.
Le psicopatologie che possono intervenire nei soggetti che sviluppano Hikikomori, si configurano come conseguenza all'isolamento, concepito come unica via di salvezza rispetto a sistemi valoriali differenti da quelli tradizionali. I soggetti che scelgono di autorecludersi infatti appaiono come delle persone estremamente creative ed intelligenti, ma con una visione del mondo differente da quella della maggioranza dei giapponesi che non si discostano di molto dalle imposizioni di una cultura tradizionale che comincia a cozzare contro una società ormai in continua evoluzione. L'Associazione New Start, attraverso un approccio detto di slow communication, accompagna i giovani verso un lento ma progressivo ritorno alla socialità, avvalendosi dell'apporto delle Sorelle Maggiori in Affitto (Rental Onesan), generalmente giovani donne che tentano di avvicinarsi all'oscuro e silenzioso mondo degli hikikomori ed alle loro inaccessibili stanze buie.

Gli psichiatri dal canto loro, curano i giovani in ritiro attraverso tecniche diverse. La psicoterapia e il supporto farmacologico ad essa, risultano gli approcci maggiormente utilizzati, a volte tramite l'ausilio dell'ospedalizzazione. Associato a fobia sociale, sindrome di Aspenger, depressione ed altre patologie psicologiche, l'Hikikomori non sembra trovare collocazione all'interno del Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders (DSM IV-TR). Tali individui sembrano soffrire di una particolare disfunzione cognitiva che qualificherebbe l‟hikikomori come disturbo psichiatrico a se stante e quindi da inserire nell‟ancora inedito DSM V. Inoltre, gli studiosi ritengono sia utile la comprensione delle eventuali disfunzionalità delle relazioni familiari, nonché di altri disturbi mentali diagnosticabili.

In ordine a questo fenomeno sarebbe comunque auspicabile il ricorso ad una massiccia sensibilizzazione del corpo docente e delle famiglie nonché l‟inserimento negli istituti scolastici di psicologi professionisti, al fine di poter prevenire l‟insorgenza di tale fenomeno, tipicamente nipponico, ma talvolta percepito anche a livello transculturale.

1 commento:

  1. Veramente una bella tesi, ne traggo spunto per bilanciarla con l’altra faccia della medaglia :)

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